il Manifesto dei Tecnorealisti
Abbiamo iniziato ad occuparci di Digital Divide Culturale nel 1995 con il programma di ricerca Umanesimo & Tecnologia, convinti dell'esigenza di indagare sugli effetti causati dall'introduzione della Cultura Digitale. Ciò con lo scopo di cogliere i nuovi valori comunicativi ed interpretare le potenzialità in ambito sociale dei nuovi processi creativi e d'interazione sociale che si andavano definendo alla fine del secolo scorso con l'avvento di quel nuovo paradigma che va sotto il nome di Società dell’Informazione.
Intuendo i pericoli di una esagerata esaltazione delle nuove tecnologie e la possibilità di derive teocratiche, nel 1998 abbiamo per questo motivo promosso la sottoscrizione del manifesto Technorealism.
Intuendo i pericoli di una esagerata esaltazione delle nuove tecnologie e la possibilità di derive teocratiche, nel 1998 abbiamo per questo motivo promosso la sottoscrizione del manifesto Technorealism.
http://www.technorealism.org/
In questa età, inebriante, di rapidi cambiamenti tecnologici, tutti noi lottiamo per mantenerci nelle nostre zone di conforto.
Gli sviluppi ai quali ogni giorno assistiamo nel campo delle comunicazioni e dell’informatica sicuramente sono emozionanti, ma anche disorientanti.
Una reazione comprensibile che potremmo avere è quella che ci porta a chiederci:
questi cambiamenti sono buoni o cattivi?
Li dovremmo fare nostri senza riserve o dobbiamo averne paura?
Gli sviluppi ai quali ogni giorno assistiamo nel campo delle comunicazioni e dell’informatica sicuramente sono emozionanti, ma anche disorientanti.
Una reazione comprensibile che potremmo avere è quella che ci porta a chiederci:
questi cambiamenti sono buoni o cattivi?
Li dovremmo fare nostri senza riserve o dobbiamo averne paura?
La risposta è in entrambe le cose!
La tecnologia sta rendendo la vita più comoda e piacevole, e molti di noi più sani, più ricchi e più saggi.
Ma l’evoluzione tecnologica sta anche interessando il lavoro, la famiglia, e l'economia in modo imprevedibile, sta introducendo nella società nuove forme di tensione e di distrazione, che configurano nuove minacce alla coesione delle nostre comunità e la nostra socialità, fisica. Nonostante le complesse e spesso contraddittorie implicazioni introdotte dalla tecnologia, la saggezza convenzionale è tristemente semplicistica.
Ma l’evoluzione tecnologica sta anche interessando il lavoro, la famiglia, e l'economia in modo imprevedibile, sta introducendo nella società nuove forme di tensione e di distrazione, che configurano nuove minacce alla coesione delle nostre comunità e la nostra socialità, fisica. Nonostante le complesse e spesso contraddittorie implicazioni introdotte dalla tecnologia, la saggezza convenzionale è tristemente semplicistica.
Gli esperti, i politici e i visionari che si autoproclamano tali, ci fanno un disservizio quando cercano di ridurre queste complessità in storie mozzafiato, ceercando di esaltare le società high-tech e le tecnologie.
La divulgazione di questo pensiero polarizzato su una esaltazione acritica del fenomeno, porta a speranze deluse e provoca inutili ansie, ci impedisce di comprendere i veri effetti sulla nostra Cultura.
La divulgazione di questo pensiero polarizzato su una esaltazione acritica del fenomeno, porta a speranze deluse e provoca inutili ansie, ci impedisce di comprendere i veri effetti sulla nostra Cultura.
Nel corso degli ultimi anni, anche se il dibattito sulla tecnologia è stata dominata dalle voci più forti poste agli estremi della dialettica, un nuovo e più equilibrato consenso inizia a prendere forma.
Questo documento si propone di articolare alcune delle credenze condivise dietro quel consenso, che abbiamo iniziato a chiamare TECNOREALISMO .
Questo documento si propone di articolare alcune delle credenze condivise dietro quel consenso, che abbiamo iniziato a chiamare TECNOREALISMO .
Le istanze del TECNOREALISMO vogliono introdurre un pensiero critico sul ruolo che gli strumenti I.C.T. e le loro interfacce assumono nel gioco dell'evoluzione umana e che impatto hanno sulla nostra vita di tutti i giorni.
Parte integrante di questa pensiero vuole essere la nostra comprensione del fatto che l'attuale ondata di trasformazione tecnologica, seppur importante e molto potente, è in realtà è solo una continuazione di quelle ondate di cambiamento che hanno avuto luogo nel corso della storia dell’Uomo.
Guardando, ad esempio, alla storia dell'automobile, della televisione, o del telefono - non solo per quanto riguarda i dispositivi, ma anche per quanto concerne il loro diventare “istituzioni”- vediamo profondi i benefici, ma anche il loro “costo sociale” notevole.
Parte integrante di questa pensiero vuole essere la nostra comprensione del fatto che l'attuale ondata di trasformazione tecnologica, seppur importante e molto potente, è in realtà è solo una continuazione di quelle ondate di cambiamento che hanno avuto luogo nel corso della storia dell’Uomo.
Guardando, ad esempio, alla storia dell'automobile, della televisione, o del telefono - non solo per quanto riguarda i dispositivi, ma anche per quanto concerne il loro diventare “istituzioni”- vediamo profondi i benefici, ma anche il loro “costo sociale” notevole.
Allo stesso modo, ci aspettiamo che si attivi una “dialettica contrastante” anche per quanto riguarda le tecnologie emergenti di oggi, e ci aspettiamo di essere sempre in guardia per le eventuali ed impreviste conseguenze; disquisendo anche circa il loro “design intelligente” e il conseguente uso appropriato.
Come TECNOREALISTI, cerchiamo di allargare quella via di mezzo fertilizzando la discussione tra tecno-utopismo e neo-luddismo.
Devono necessariamente esistere i "critici" della tecnologia nello stesso modo, e per le stesse ragioni, che esistono i “critici gastronomici”, i “critici d'arte”, o i “critici letterari.
Possiamo essere passionevolmente ottimisti circa alcune tecnologie, sprezzantemente scettici con altre.
Comunque, il nostro obiettivo non è né sublimare né respingere la tecnologia, ma piuttosto capire quale sia l’applicazione più coerente con i valori umani fondamentali.
Comunque, il nostro obiettivo non è né sublimare né respingere la tecnologia, ma piuttosto capire quale sia l’applicazione più coerente con i valori umani fondamentali.
Qui di seguito esponiamo alcuni dei principi di base in evoluzione che aiutano a spiegare il TECNOREALISMO.
1. Le tecnologie non sono neutrali.
Un grande errore del nostro tempo consiste nel credere che le tecnologie siano del tutto prive di distorsioni - vale a dire che siccome sono degli strumenti inanimati, esse non promuovono alcuni tipi di comportamento anziché altri. In verità, in modo più o meno volontario, le tecnologie sono cariche di significati sociali, politici e economici. Ogni strumento fornisce ai suoi utenti un particolare modo di guardare il mondo e modi specifici di interagire con gli altri. E' importante per ciascuno di noi considerare le distorsioni generate da diverse tecnologie e scegliere quelle che riflettono i nostri valori e le nostre aspirazioni.qui per modificare.
Un grande errore del nostro tempo consiste nel credere che le tecnologie siano del tutto prive di distorsioni - vale a dire che siccome sono degli strumenti inanimati, esse non promuovono alcuni tipi di comportamento anziché altri. In verità, in modo più o meno volontario, le tecnologie sono cariche di significati sociali, politici e economici. Ogni strumento fornisce ai suoi utenti un particolare modo di guardare il mondo e modi specifici di interagire con gli altri. E' importante per ciascuno di noi considerare le distorsioni generate da diverse tecnologie e scegliere quelle che riflettono i nostri valori e le nostre aspirazioni.qui per modificare.
2. Internet è rivoluzionario, ma non utopico
La Rete è uno strumento di comunicazione straordinario che fornisce un insieme di nuove opportunità per la gente, le comunità, il mondo degli affari, e i governi. Inoltre, man mano che il mondo virtuale si popola, assomiglia sempre di più alla società nel suo insieme, in tutta la sua complessità. Ogni miglioramento e elemento di informazione introdotto dalla vita cablata porta con se anche una dimensione maliziosa, perversa, o piuttosto ordinaria
La Rete è uno strumento di comunicazione straordinario che fornisce un insieme di nuove opportunità per la gente, le comunità, il mondo degli affari, e i governi. Inoltre, man mano che il mondo virtuale si popola, assomiglia sempre di più alla società nel suo insieme, in tutta la sua complessità. Ogni miglioramento e elemento di informazione introdotto dalla vita cablata porta con se anche una dimensione maliziosa, perversa, o piuttosto ordinaria
3. Il governo ha un'importante funzione da svolgere sulla frontiera elettronica
Contrariamente a quanto alcuni sostengono, il mondo virtuale non è un luogo o una giurisdizione formalmente separata dalla terra. Se da un lato i governi dovrebbero rispettare le regole e le abitudini che si sono generate nel ciberspazio, e non dovrebbero soffocare questo nuovo mondo con regolamentazioni inefficienti o con la censura, sarebbe folle sostenere che il pubblico non ha sovranità alcuna su ciò che un cittadino o un'organizzazione fraudolenta fa' quando è in linea. In qualità di rappresentante della gente e di guardiano dei valori democratici, lo stato ha il diritto e la responsabilità di aiutare ad integrare il ciberspazio e la società convenzionale.
Gli standard tecnologici e i temi della privacy, per esempio, sono troppo importanti per essere affidati alle sole forze del mercato. Imprese di software in concorrenza hanno scarso interesse a preservare i livelli di apertura necessari ad un funzionamento pienamente interattivo della rete. I mercati incoraggiano l'innovazione, ma essi non assicurano necessariamente l'interesse collettivo.
Contrariamente a quanto alcuni sostengono, il mondo virtuale non è un luogo o una giurisdizione formalmente separata dalla terra. Se da un lato i governi dovrebbero rispettare le regole e le abitudini che si sono generate nel ciberspazio, e non dovrebbero soffocare questo nuovo mondo con regolamentazioni inefficienti o con la censura, sarebbe folle sostenere che il pubblico non ha sovranità alcuna su ciò che un cittadino o un'organizzazione fraudolenta fa' quando è in linea. In qualità di rappresentante della gente e di guardiano dei valori democratici, lo stato ha il diritto e la responsabilità di aiutare ad integrare il ciberspazio e la società convenzionale.
Gli standard tecnologici e i temi della privacy, per esempio, sono troppo importanti per essere affidati alle sole forze del mercato. Imprese di software in concorrenza hanno scarso interesse a preservare i livelli di apertura necessari ad un funzionamento pienamente interattivo della rete. I mercati incoraggiano l'innovazione, ma essi non assicurano necessariamente l'interesse collettivo.
4. L'informazione non è conoscenza
Intorno a noi, l'informazione si muove sempre più rapidamente e diventa di sempre più facile accesso, e i benefici sono evidenti. Ciò detto, la proliferazione di dati è anche una sfida difficile, che richiede nuove forme di disciplina da parte delle persone nonché un atteggiamento critico. Non dobbiamo confondere l'eccitazione di acquisire o distribuire informazioni nel modo più rapido con il compito assai più arduo di tradurre tali informazioni in conoscenza e saggezza. Non importa quanto evoluti i nostri computer siano, noi non dobbiamo mai usarli come un sostituto delle nostre fondamentali abilità cognitive di consapevolezza, percezione, ragionamento, e giudizio.
Intorno a noi, l'informazione si muove sempre più rapidamente e diventa di sempre più facile accesso, e i benefici sono evidenti. Ciò detto, la proliferazione di dati è anche una sfida difficile, che richiede nuove forme di disciplina da parte delle persone nonché un atteggiamento critico. Non dobbiamo confondere l'eccitazione di acquisire o distribuire informazioni nel modo più rapido con il compito assai più arduo di tradurre tali informazioni in conoscenza e saggezza. Non importa quanto evoluti i nostri computer siano, noi non dobbiamo mai usarli come un sostituto delle nostre fondamentali abilità cognitive di consapevolezza, percezione, ragionamento, e giudizio.
5. Cablare le scuole non servirà a salvarle
I problemi delle scuole pubbliche americane - fonti di finanziamento eterogenee, promozione sociale, classi troppo numerose, strutture fatiscenti, non raggiungimento dei livelli qualitativi - non hanno nulla a che vedere con la tecnologia. Quest'ultima, per quanto avanzata, non condurrà alla rivoluzione in campo educativo preconizzata dal Presidente Clinton e da altri. L'arte dell'insegnamento non può essere riprodotta dai computer, dalla Rete, o "dall'apprendimento a distanza." Questi strumenti, possono senz'altro arricchire un'esperienza educativa di alta qualità, ma affidarsi a questo strumento come una specie di panacea potrebbe rivelarsi un errore fatale.
I problemi delle scuole pubbliche americane - fonti di finanziamento eterogenee, promozione sociale, classi troppo numerose, strutture fatiscenti, non raggiungimento dei livelli qualitativi - non hanno nulla a che vedere con la tecnologia. Quest'ultima, per quanto avanzata, non condurrà alla rivoluzione in campo educativo preconizzata dal Presidente Clinton e da altri. L'arte dell'insegnamento non può essere riprodotta dai computer, dalla Rete, o "dall'apprendimento a distanza." Questi strumenti, possono senz'altro arricchire un'esperienza educativa di alta qualità, ma affidarsi a questo strumento come una specie di panacea potrebbe rivelarsi un errore fatale.
6. L'informazione vuole essere protetta
Il mondo virtuale ed altri recenti sviluppi stanno sfidando le nostre leggi sui diritti d'autore e quelle volte alla salvaguardia della proprietà intellettuale. La risposta, tuttavia non sta nel distruggere gli statuti e principi preesistenti. Bisogna al contrario aggiornare le leggi attuali e la loro interpretazione in modo tale da garantire all'informazione lo stesso livello di protezione che essa aveva nel contesto dei vecchi mezzi di comunicazione di massa. L'obiettivo è lo stesso, ossia offrire agli autori un controllo sufficiente del loro lavoro per scaturire in loro un incentivo alla creazione pur mantenendo il diritto del pubblico ad una informazione corretta. In nessun contesto l'informazione vuole "essere libera". Piuttosto, essa ha bisogno di essere protetta.
Il mondo virtuale ed altri recenti sviluppi stanno sfidando le nostre leggi sui diritti d'autore e quelle volte alla salvaguardia della proprietà intellettuale. La risposta, tuttavia non sta nel distruggere gli statuti e principi preesistenti. Bisogna al contrario aggiornare le leggi attuali e la loro interpretazione in modo tale da garantire all'informazione lo stesso livello di protezione che essa aveva nel contesto dei vecchi mezzi di comunicazione di massa. L'obiettivo è lo stesso, ossia offrire agli autori un controllo sufficiente del loro lavoro per scaturire in loro un incentivo alla creazione pur mantenendo il diritto del pubblico ad una informazione corretta. In nessun contesto l'informazione vuole "essere libera". Piuttosto, essa ha bisogno di essere protetta.
7. Il pubblico possiede l'etere; il pubblico dovrebbe trarre beneficio dal suo uso.
Il recente spettro digitale lasciato alla mercé degli "annunciatori" evidenzia l'uso corrotto e inefficiente delle risorse pubbliche nell'arena tecnologica. I cittadini dovrebbero beneficiare e profittare dell'uso dell'etere pubblico, dedicandone una parte a fini educativi e culturali. Dovremmo richiedere più spazi pubblici per fini privati.
Il recente spettro digitale lasciato alla mercé degli "annunciatori" evidenzia l'uso corrotto e inefficiente delle risorse pubbliche nell'arena tecnologica. I cittadini dovrebbero beneficiare e profittare dell'uso dell'etere pubblico, dedicandone una parte a fini educativi e culturali. Dovremmo richiedere più spazi pubblici per fini privati.
8. La comprensione della tecnologia dovrebbe essere una componente essenziale della cittadinanza globale.
In un mondo guidato dal flusso dell'informazione, le interfacce "ed il codice sottostante " che rende visibile l'informazione stanno diventando delle forze sociali di enorme potere. Capirne la loro forza e i loro limiti ed anche partecipare alla creazione di strumenti migliori, dovrebbe essere un elemento fondamentale di una cittadinanza attiva. Questi strumenti influenzano le nostre vite non meno delle leggi, e noi dovremmo assoggettarle ad un controllo non meno democratico.
In un mondo guidato dal flusso dell'informazione, le interfacce "ed il codice sottostante " che rende visibile l'informazione stanno diventando delle forze sociali di enorme potere. Capirne la loro forza e i loro limiti ed anche partecipare alla creazione di strumenti migliori, dovrebbe essere un elemento fondamentale di una cittadinanza attiva. Questi strumenti influenzano le nostre vite non meno delle leggi, e noi dovremmo assoggettarle ad un controllo non meno democratico.
Traduzione a cura di Vittorio Dublino, Dorotea Raccuglia | Tehcnorealism Italia è promosso
dal programma Umanesimo & Tecnologia-Rebel Alliance Empowering
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