Capitolo 19. Produzione, Gestione ed Archiviazione di Contenuti.
Video digitale.
Le periferiche per l’acquisizione delle immagini, sistemi di trasferimento dei dati dai dispositivi
che convertono l'immagine catturata nello scatto in una sequenza di informazioni digitali
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L’immagine una volta convertita in un file di dati, viene archiviata nella memoria del dispositivo e può essere rivista nel visore della macchina, stampata su carta, vista in un computer o in una televisione, inviata a qualcuno tramite un sistema di comunicazione (ad esempio sotto forma di MMS come nel caso della telefonia mobile) o telecomunicazione digitale (come allegato di posta elettronica)
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Un’immagine digitale (o file fotografico) può anche essere rielaborata infinite volta con appositi applicativi chiamati photoeditor: Gimp che vi ho menzionato nel capitolo 11 è uno di questi applicativi, ma anche Paint, implementato di fabbrica negli accessori di Windows è un photoeditor, anche se poco potente.
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Uno dei parametri distintivi delle fotocamere digitali è quello della risoluzione, che abbiamo trattato nel capitolo 4.
Per ottenere una buona fotografia digitale da visualizzare su una periferica video non occorre, in realtà una risoluzione altissima, probabilmente è più discriminante un'ottica di qualità. |
Ma se ragioniamo in funzione delle esigenze di stampa (cioè se vogliamo ottenere una foto stampata come se fosse scattata come una macchina con rullino) o se abbiamo intenzione di “truccare” l’immagine con un photoeditor, sarà opportuno scegliere una fotocamera digitale dotata di un sensore con un numero di pixel più alto possibile. Sempre nel capitolo 4 abbiamo imparato che il pixel è l’unità di base utilizzata nell’informatica per definire la qualità di un’immagine e che la fotocamera è in grado di catturare. Ricordate che per le fotocamere e videocamere digitali, la risoluzione totale si misura in milioni di pixel totali. Risulta evidente, quindi, una fotocamera con un sensore da 5 Megapixel è comunque migliore di una con un sensore da 3 Megapixel.
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Nella fotografia professionale, artistica, di precisione, un problema di comparazione tra analogico e digitale, invece, è vissuto ancora. Perché le fotocamere meno costose hanno ancora tecnologie in grado di generare quello che tecnicamente si chiama “rumore” oppure dei “disturbi”. Poiché la nostra missione non è quella di promuovere fotocamere digitali professionali, limitiamoci a sapere solo questo. Compressione ed archiviazione di una immagine digitale ripresa da una fotocamera digitale. Dopo che l’immagine è stata catturata e processata dalla CPU della fotocamera, questa deve essere archiviata nella memoria della macchina, che di solito è una memoria di tipo Flash.
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Ricordate nel capitolo 3, abbiamo visto come la capacità di alcuni tipi di memorie di massa sia ancora limitata. Questo è il caso della memoria Flash, che attualmente (giugno 2007) archivia informazioni, per singola unità, dell’ordine di circa 4 GB massimo.
Per questo motivo, le informazioni originalmente registrate dal dispositivo, vengono compresse in un formato di file immagine chiamato JPEG (da Joint Photographic Expert Group, un consorzio di aziende che lo ha inventato) mediante un processo algoritmico. |
A questo punto dovete sapere che in fotografia, audio e audiovisivo digitale la stragrande maggioranza degli algoritmi di compressione più usati sono tecnicamente definiti “lossy” (dall’inglese: perdenti). Generano, cioè, dei formati di dati compressi che sono tecnicamente più scadenti di quelli dei formati di dati d’origine. Perché si perdono informazioni strada facendo, in funzione dei processi di calcolo algoritmico che decidono quale dato serve più e quale dato serve meno, allo scopo di riprodurre l’immagine quanto più fedelmente alla realtà. Esiste la possibilità di ordinare alla macchina di perdere più o meno dati in fase di compressione, scegliendo tra le opzioni del menu della macchina. Una compressione ad alta qualità si regola su un rapporto 4:1, un’opzione a bassa qualità di un formato JPEG comprime i dati con un rapporto variabile da 10 a 20:1!
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Se dovete stampare una foto, dunque opzionate la macchina con un’opzione di compressione ad alta qualità, se sapete che le immagini si devono vedere solo a video o si devono trasmettere si può archiviare in un rapporto di compressione anche alto. Le macchine professionali, ed alcune dell’attuale mercato consumer, hanno la possibilità di archiviare in formato TIFF (Tagged Image File Format): un formato che conserva tutti i dati, naturalmente occupando moltissimo spazio di memoria.
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Video digitale
Nel capitolo 17 in cui ho definito il multimedia, ho introdotto il concetto di “dialettica interattiva produzione<>consumo” come un fattore di sviluppo di nuove economie nel rapporto domanda/offerta di consumo del prodotto audiovisivo distribuito su canali comunicativi che, oggi, sono ancora informali. |
Se, come sembra, il fenomeno sarà confermato, assisteremo nei prossimi anni ad una letterale esplosione dell’uso delle nuove tecnologie creative e della comunicazione per l’autoproduzione e il consumo distribuito di prodotti audiovisivi “fatti in casa”. Si dice che “non esiste nulla che possa offrire ad una persona creativa un senso di potenza più grande di fare un film”.
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Oggi, con una videocamera digitale ed un Pc domestico tutti coloro hanno un minimo di creatività e qualche dimestichezza con l’uso dell’informatica, sono potenzialmente in grado di realizzare un progetto audiovisivo, “confezionare memorie di eventi, storie personali e familiari”, ma anche prodotti artistici e di intrattenimento. Il successo di The Blair Witch Project ne rappresenta un lampante esempio.
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Per video digitale si intende una tipologia di sistema di registrazione video che utilizza una rappresentazione digitale, e non analogica, della sequenza di immagini. Il segnale video digitale è registrato dalle videocamere digitali su memorie di massa costituite da nastro magnetico contenuto in “cassette” o (per sistemi di fascia di costo più alto) su video hard-disk (in gergo videodischi) integrati nella videocamera o videodischi portatili esterni alla videocamera, oppure direttamente su DVD. Questo perché gli standard video filmano sequenza a frequenze di circa 29 fotogrammi al secondo (per lo standard NTSC usato nel Nord-America ed in altri paesi) o a frequenze di circa 25 fotogrammi al secondo (per lo standard PAL, usato in Europa ed in gran parte del mondo). Si deduce, quindi, che le attuali memorie flash sarebbero troppo poco capienti per contenere il gran numero di dati relativi ad una codifica digitale di un filmato audiovisivo. Sostanzialmente le tecnologie digitali di acquisizione delle immagini delle videocamere digitali (che usano anche esse sensori CCD) sono equivalenti a quelle usate per le fotocamere digitali.
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Come per l’archiviazione e la trasmissione di dati relativi a foto digitali, anche l’archiviazione e la trasmissione di dati (come nel caso di filmati da distribuire su internet) relativi a flussi audiovisivi può avere bisogno di una compressione. MPEG-1 (Moving Pictures Experts Group) è uno degli standard più usati. Seguito nel 1994 da MPEG-2 per la compressione usata per l’archiviazione su DVD. MPEG-4, WMV (Windows Media Video) si stima siano quelli più usati per la compressione di file distribuiti su internet.
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Il montaggio video digitale (tecnicamente editing non-lineare) e la post-produzione video (creazione di effetti visivi digitali, inserti di immagini, sottotitolazioni, etc) si effettua con software applicativi dedicati che impegnano in maniera massiccia le capacità di calcolo della CPU e tutti i tipi di memorie del sistema, sia primarie, di massa, che video. Per rendere un’idea, un minuto di dati in formato audiovisivo occupano circa 250 MB per ogni sequenza della durata di un minuto, in codifica standard ad alta qualità.
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Scanner
Lo scanner bidimensionale è una periferica di input, che basa la sua capacità di acquisire le informazioni sulla riflessione della luce proiettata sul supporto sul quale sono contenute le informazioni da elaborare. La proiezione della luce può avvenire su superfici piane o su superfici rotanti (nel caso di alcuni scanner professionali a tecnologia PMT). In fase di acquisizione il computer interpreta il Contenuto come un insieme di pixel e dopo il processo di elaborazione restituisce la copia fotografica del Contenuto sotto forma di immagine digitale, che potrà essere archiviata nella memoria di massa del computer con gli stessi processi che abbiamo visto nella fotografia digitale. La qualità di acquisizione di uno scanner dipende da tre caratteristiche principali:
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Webcam
Una webcam è una periferica di input composta da una piccola telecamera. A differenza di una telecamera tradizionale, non dispone di un proprio sistema di memorizzazione di video, ma si limita a trasmettere le immagini riprese, in forma digitale, attraverso una interfaccia collegabile a un computer. Il principale utilizzo delle webcam è nella videoconferenza attraverso il web o altri sistemi basati su Internet come molte applicazioni di instant messaging e videosorveglianza. |
Videosorveglianza con webcam di tipo WiFi-access point
La diffusione delle tecnologie di rete senza fili WiFi combinate con periferiche webcam implementate da interfacce di comunicazione TCP/IP, la diffusione della connettività a larga banda sempre-on (cioè in connessione 24 ore su 24) a costi accessibili, offrono la possibilità di poter applicare dei sistemi di videosorveglianza a basso costo anche tra le mura domestiche. |
Connessioni al PC, al televisore e alla stampante da fotocamere e videocamere digitali.
Come abbiamo visto, le immagini scattate con le fotocamere digitali possono essere trasferite sul proprio computer, ma anche di visualizzate direttamente su un televisore o stampate, sulla propria stampante o presso un service. Tutte le fotocamere digitali, dunque, sono equipaggiate con almeno una porta USB per trasferire le foto sul PC. Alcune fotocamere hanno anche porte di connessione diretta video o verso appositi dispositivi di stampa che non necessitano della intermediazione di un computer. |
Alcune fotocamere digitali dispongono anche di una porta a infrarossi. Una porta di comunicazione utile, perché elimina del tutto l'uso di cavi di interfaccia per il trasferimento degli archivi di dati dalla fotocamera al PC. Alcune aziende stanno introducendo sul mercato, inoltre, le prime focamere digitali con interfaccia di comunicazione WiFi. Questo metodo di comunicazione Fotocamera/Pc WiFi è ancora più comodo. In alcuni casi consente al Pc, tramite uno speciale applicativo di comunicazione, di “leggere” automaticamente se il dispositivo ha in memoria delle foto che non sono state scaricate. In tal caso il dispositivo “provvede da solo” allo scarico nella cartella del Pc predestinata.
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Porta Firewire
Ma come abbiamo già visto, nel caso di trasferimento dati audiovideo da una videocamera digitale è la porta Firewire che, più opportunamente, deve essere usata. Il Firewire è il gergo tecnico per definire il protocollo di comunicazione dati IEEE 1394 Serial Bus o i.Link creato e sviluppato originariamente solo da Apple, che offre grandi capacità di trasferimento. Il suo attuale scopo principale è quello di consentire il trasferimento veloce e sicuro di dati video DV. Con un collegamento Firewire è possibile, inoltre, un attacco definito "a caldo". Che per chi lavora nell’audiovideo significa, inserire la periferica ad computer acceso senza creare problemi al sistema, senza bisogno di configurazioni perché il sistema si aggiorna in maniera automatica. |
In pratica attraverso questo canale di comunicazione (BUS), possiamo collegare fisicamente una videodeocamera digitale ad un'interfaccia appositamente installata sul PC, trasferendo i dati audiovisivi come se la cassetta della videocamera fosse un hard disk di backup. Quindi senza dover procedere con la compressione dei dati.
Una procedura di questo tipo viene associata ad una procedura di trasferimento (tecnicamente: riversaggio) audiovideo, piuttosto che di acquisizione di dati, come avviene, invece, con la fotocamera. Una volta terminato il montaggio del film, per le videocamere più evolute (e quindi più costose), si può avere anche la possibilità di riversare di nuovo il prodotto finito sul nastro della cassetta, procedendo in maniera inversa. |
Le velocità di trasmissione (bit-rate) del protocollo IEEE 1394b (Firewire 800) consentono una velocità fino a 786.432 Mbps. Una velocità enorme, per la gestione dei flussi video. Ricordate nel capitolo 17 vi ho accennato a quanto abbiamo speso 12 anni fa per configurare una postazione di post-produzione, se avessimo avuto a disposizione allora, questo genere di tecnologie (solo nel 1995 Apple terminava lo sviluppo della prima versione della tecnologia, per uso solo sulle proprie macchine) avremmo risparmiato un sacco di soldi ed aumentato la produttività.
Come per le porte USB, le periferiche sono direttamente alimentate dal canale di comunicazione (BUS) e quindi non ci sarà bisogno di utilizzare alimentatori. |